Toxocariasi: cause, sintomi, pericoli e cura

🐶 La toxocariasi è una zoonosi e una sindrome ampiamente diffusa, causata dall'invasione del lume intestinale dell'uomo da parte di nematodi del genere Toxocara. Scopriamone insieme i dettagli!

Toxocariasi: cause, sintomi, pericoli e cura
Toxocara canis [credits: wikipedia.org]

La toxocariasi costituisce una zoonosi e una sindrome ampiamente diffusa, causata dall'invasione del lume intestinale dell'uomo da parte di nematodi del genere Toxocara, specialmente toxocara canis e toxocara cati  che, penetrati per via oro-fecale, migrano verso tutto l'organismo dall'intestino, dove maturano le larve.

Cause e trasmissione

E' stato stimato che globalmente, in alcuni Paesi, l'infezione da Toxocara abbia una prevalenza del 40% (tipicamente in regioni caldo-umide); in Italia la malattia è ancora poco diffusa, ma con numeri in aumento.

In particolare, i cani, e in misura minore i gatti, infetti disperdono nell’ambiente le uova del parassita attraverso le feci; successivamente, occorrono da 2 a 4 settimane affinché le larve di Toxocara si sviluppino e le uova diventino in grado di contagiare altri animali o, incidentalmente, l’uomo.

Il contagio avviene attraverso l’ingestione delle uova espulse con le feci dagli animali infetti (trasmissione oro-fecale).

Una volta penetrati nell’organismo umano, le uova si schiudono liberando le larve contenute, che sono in grado di migrare verso diversi organi, tra cui:

  • fegato;
  • cuore;
  • polmoni;
  • cervello;
  • muscoli;
  • occhi.

Fra i soggetti più a rischio distinguiamo:

  • alcune categorie di lavoratori, per esempio gli allevatori;
  • adulti e i bambini affetti da picacismo, ovvero, che provano il desiderio irrefrenabile di ingerire sostanze non commestibili, come terra o argilla.

Più raramente è possibile venire contagiati attraverso il consumo di carne infetta poco cotta (principalmente di coniglio o di agnello).

Ciclo vitale

Figura 1 - ciclo biologico di T. canis [credits: difossombrone.it]

Il parassita Toxocara più frequentemente coinvolto nelle infezioni umane è il T. canis, che i cuccioli di solito contraggono dalla madre ancora prima della nascita o durante l’allattamento.

Le larve maturano rapidamente nell’intestino del cucciolo che, raggiunte le 3 o 4 settimane, inizia a espellere un gran numero di uova che contaminano l’ambiente attraverso le feci.

Nell’arco di un periodo compreso tra 2 e 4 settimane le larve maturano e divengono in grado di infettare altri animali o l’uomo.

Sintomi

I sintomi della toxocariasi possono comparire alcune settimane dopo aver ingerito le uova, ma generalmente i pazienti rimangono asintomatici e manifestano come unico segno delle alterazioni degli esami ematici (in particolare un aumento degli eosinofili, particolare sottogruppo di globuli bianchi).

In alcuni soggetti infettati da un numero elevato di larve di Toxocara, o che sono esposti a ripetute infezioni, possono invece comparire sindromi cliniche correlate alla migrazione delle larve attraverso i tessuti, dove possono causare:

  • sanguinamento;
  • formazione di noduli infiammatori di tessuto fibroso (granulomi);
  • morte dei tessuti (necrosi).

Diagnosi

La diagnosi di toxocariasi presenta notevoli difficoltà per la vasta gamma dei possibili quadri clinici. Gli elementi diagnostici comprendono:

  • anamnesi;
  • esame obiettivo (valutazione delle manifestazioni cliniche);
  • evidenza di aumento degli eosinofili agli esami del sangue.
Figura 2 - diagnosi [credits: topphysio.it]

Inoltre, sono disponibili dosaggi specifici che permettono l’identificazione degli anticorpi contro il genere Toxocara nel sangue.

Ancora, un metodo diagnostico diretto consiste nel prelievo di un campione di tessuto (biopsia) che viene successivamente esaminato per individuare le larve o l’infiammazione che ne consegue (solitamente fegato o altro tessuto infetto).

Infine, l’esame delle feci di animali domestici infestati può essere di supporto alla diagnosi.

Prevenzione

E' necessario attenersi alle più elementari norme igieniche, come lavarsi le mani prima di mangiare e/o maneggiare del cibo, e in ogni caso dopo aver raccolto le feci animali.

Infine, si dovrebbero dissuadere i bambini, nonché gli adulti che tendono a farlo, dall’ingerire sostanze non alimentari, come la terra e l’argilla.

                                                                                                        Giovanna Spinosa

Fonti

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