Perché ci si bacia sotto il vischio? Tra leggenda e scienza
🎄 Quella del bacio sotto al vischio è una delle tradizioni più belle e romantiche del Natale. Ma a cosa si deve quest'usanza?

Quella del bacio sotto al vischio è una delle tradizioni più belle e romantiche del Natale. Ma a cosa si deve quest'usanza? Per scoprirlo dobbiamo fare un passo indietro...
La Leggenda
Nella mitologia norrena, il vischio è associato alla figura di Baldur. Sua madre, Frigg, vide in una premonizione la morte prematura del figlio. Nel tentativo di opporsi al destino infausto, fece giurare a tutti gli elementi viventi e non, piante, animali, pietre, che non avrebbero recato alcun male al figlio. Non lasciò indietro nessuno, eccetto il vischio.
Loki, il dio dell'inganno, sfruttò questo sbaglio per creare con il vischio dardi avvelenati così da poter colpire Baldur, uccidendolo. Le lacrime di Frigg si trasformarono nelle bacche di vischio, che da allora viene appeso sulle porte in segno di rispetto e in memoria dell'accaduto.
Ancora, i Celti raccolsero il significato benaugurante associato alla pianta: per i druidi, i loro sacerdoti, il vischio simboleggiava la fertilità.
La scienza
Non è un caso che il vischio (Viscum album) abbia colpito l'immaginazione degli antichi. Questa è infatti una pianta sempreverde, che può fiorire anche in pieno inverno su alberi spogli: il contrasto tra il suo vigore e le piante semimorte alle quali si avvinghia non lascia indifferenti.

Il vischio è un'emiparassita, un "parassita a metà" che colonizza i rami superiori delle latifoglie e sfrutta le loro risorse per sopravvivere. Le sue foglie verdi contengono clorofilla e sono capaci di compiere la fotosintesi.
Tuttavia, questa pianta non sa produrre da sola l'azoto, e pertanto lo sottrae all'organismo ospite, insieme all'acqua e ad altri nutrienti. Tecnicamente, il vischio sa generare da solo parte delle risorse che gli occorrono per sopravvivere, ma ha bisogno di una spinta energetica per partire, che deve trarre da altri alberi (ai quali comunque non reca danni particolari).
Giovanna Spinosa
Fonti
Ti è piaciuto l'articolo?
