Le piante preferiscono la musica classica ai Led Zeppelin

🎵 La musica ha sempre avuto un forte legame con l’essere umano, ma non solo! Sapevi che anche le piante nutrono questa passione?

Le piante preferiscono la musica classica ai Led Zeppelin
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Musica classica o rock? Le piante preferiscono di gran lunga Mozart per crescere al meglio

La musica ha sempre avuto un forte legame con l’essere umano. Si ipotizza sia nata intorno al Paleolitico, 55 000 anni fa. Durante questo lungo tempo ha subito delle modifiche, incontrando mondi e generi diversi. I suoi effetti sono vari, migliora il nostro umore; influisce sul battito cardiaco, la pressione sanguigna, la respirazione, il livello di alcuni ormoni, in particolare quello dello stress, e le endorfine.

La musica non si limita ad agire sugli umani, ma il suo lavoro si estende anche alle piante. Infatti, attraverso degli studi scientifici, è stato dimostrato che esse sono in grado di percepirla, presentando dei cambiamenti visibili anche ad occhio nudo. Ad esempio, in queste circostanze producono più biomassa. Ma facciamo un passo indietro...

Nel 1950, il Dott Singh, direttore del Dipartimento di Botanica all’Università di Madras, voleva studiare al microscopio se lo scorrere del protoplasma dell’ Hydrilla verticillata, una pianta acquatica, fosse influenzato o meno dal suono. Singh posizionò un diapason elettrico a due metri dalla pianta, osservando che la vibrazione emessa prima dell’alba causava un notevole aumento del protoplasma nelle foglie, che in condizioni normali si sarebbe verificato dopo il levare del sole.

In particolare, sperimentò la musica su un vasto numero di specie, tra cui cipolle, sesamo, ravanelli e patate dolci, ottenendo un incremento di produzione fino al 60%. Addirittura, il suo metodo di stimolazione aumentava il numero di cromosomi di alcune specie di piante acquatiche e il contenuto di nicotina delle foglie di tabacco.

Figura 1- le piante sottoposte all'ascolto dei Led Zeppelin e Jimi Hendrix non sono sopravvissute [crediti immagine: dovesong.com]

Successivamente, nel 1973 la Dott.ssa Dorothy Retallack, con la passione per il canto, pubblicò un piccolo manuale intitolato ‘‘The sound of Music and Plants”, nel quale elencava gli esperimenti che aveva condotto.

Specificamente, nei suoi esperimenti aveva disposto le piante in stanze diverse con degli altoparlanti per diffondere la musica. Le piante avevano cominciato a compiere progressi fin da subito, ma ciò che sbalordì la Dottoressa fu il fatto che avessero reagito in modo differente ai diversi tipi di musica.

In particolare, le piante che erano state in costante ascolto di musica erano morte dopo 14 giorni. La stessa cosa era successa anche al Dott. Singh, il quale aveva affermato che se trattate con volume troppo alto o con musica troppo invasiva, la pianta poteva subire dei danni.

La Dott.ssa Retallack riuscì a stabile una classifica della musica che le piante privilegiavano, emerse che preferivano gli strumenti a corda rispetto a quelli a percussione.

Inoltre, ultimamente, Sara Michieletto, violinista dell’orchestra del teatro "La Fenice" di Venezia, assieme al fratello Giampaolo, ha condotto un esperimento in casa. I due fratelli hanno allestito un vero e proprio laboratorio, isolando due piante di trifoglio bianco (Trifolium repens).

Figura 2- Schema dell’esperimento. Mira, Venezia, 2021. Fotografia e appunti di Giampaolo Michieletto [Crediti immagine: radarmagazine.net]

Entrambe presentavano gli stessi parametri, ma una, al contrario dell’altra, non riceveva un messaggio che la stessa Sara aveva composto con il suo violino. Infatti, Sara aveva registrato un brano che si componeva di note che spaziavano tra i 155Hz e i 311 Hz.

L’esperimento è durato 3 mesi, al termine dei quali si è potuto vedere come la pianta che era stata in ascolto della musica era fiorita con una settimana in anticipo rispetto all’altra, producendo un totale di 4 fiori. Al contrario, la pianta che non aveva ascoltato la musica era fiorita successivamente producendo solo 2 fiori.

Figura 3 – Foto esperimento Mira, Venezia, 2021. Fotografia di Giampaolo Michieletto [crediti immagine: radarmagazine.net]

C’è chi ha raccolto queste informazioni e le ha applicate al proprio lavoro, come ad esempio Alfredo che, insieme alla moglie Patrizia, a Ortona gestisce una piccola azienda agricola biologica in cui ortaggi e verdure  crescono al ritmo dei brani di Mozart. Grazie a ciò non utilizzano prodotti chimici, dannosi per l’ambiente, poiché le note musicali possono rivelarsi anche un ottimo sistema di difesa naturale contro gli insetti.

Figura 4 – Alfredo e Patrizia nella loro Azienda [crediti immagine: nonsprecare.it]

Quella di Alfredo e Patrizia è, al momento, una delle poche aziende italiane che fa ricorso alla musicoterapia per far crescere gli ortaggi in semenzaio in maniera rigogliosa, senza ricorrere a prodotti chimici. Lo scopo dell’azienda è infatti anche quello di proteggere la biodiversità agricola abruzzese, nel pieno rispetto dell’ambiente.

Dunque, la musica ha dei risvolti positivi sia sull’uomo che sulle piante. Quando ascolterete della musica, adesso, potrete farlo insieme alle vostre piante.

                                                                                                                      Chiara Mazza

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