Campylobacter jejuni. L’ospite indesiderato di alcuni alimenti
🧫 Campylobacter jejuni rappresenta uno dei patogeni di maggior interesse clinico ed è normalmente presente a livello intestinale in molti organismi superiori (polli, capre, vacche e maiali) ma può causare infezioni... Consulta il link in bio per saperne di più! Autore: Gennaro Velotto, @gennyv13
👨🏻🏫 Il genere Campylobacter comprende 17 specie e 6 subspecie. In questo gruppo, C. jejuni, C. coli e C. fetus sono di rilevante interesse per via del grande numero di infezioni ad essi associate.
🧫 Si tratta di patogeni che colpiscono principalmente il tratto gastrointestinale e Campylobacter jejuni rappresenta uno dei patogeni di maggior interesse clinico. Questo patogeno, infatti, provova un gran numero di infezioni a livello globale ed i sintomi possono, talvolta, tramutare in importanti complicazioni (ad es. sindrome Guillain-Barré).
🦠 C. jejuni appartiene alla tipologia dei Gram-negativi, possiede una struttura a “virgola” ed è una specie microaerofili quindi possono svilupparsi e sopravvivere anche in situazioni si scarsa concentrazione di ossigeno (5-10%). Le sue colonie hanno una colorazione pallida, sono di forma convessa ed appaiono lisce e brillanti.
🐷 Questo microrganismo è normalmente presente a livello intestinale in molti organismi superiori (polli, capre, vacche e maiali) e riescono a convivere con l’ospite anche per lunghi periodi di tempo. Pertanto, la sua diffusione, intesa come infezione all’uomo, può essere associata al consumo di carne poco cotta o trattata in modo inadeguato. Inoltre, si osserva anche una possibile diffusione inerente alla preparazione di cibi con acque contaminate o il consumo di caseari non correttamente pastorizzati. Di conseguenza, si può parlare di un vero e proprio esempio di zoonosi.
🍽 Considerato il possibile legame con gli alimenti, a scopo preventivo, risulta fondamentale la pratica di una cottura adeguata degli alimenti di origine animale e l’uso di materiali puliti durante le fasi di preparazione del prodotto finale.
⚕️ Nella maggior parte dei casi sono state rilevate infezioni autolimitate che non necessitano di trattamenti antibiotici ma soltanto di idratazione utile a ricostituire il fisiologico equilibrio elettrolitico. In casi di sintomatologia grave, al contrario, è necessario ricorrere ad un consulto medico che probabilmente condurrà il paziente verso una terapia antibiotica a base di azitromicina ed eritromicina.
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Autore: Gennaro Velotto, @gennyv13
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