Blue Economy

🌊 La Blue Economy: un sottile equilibrio tra uomo-economia-oceani! Di cosa parliamo? Quali fattori regolano questo equilibrio?

Blue Economy

La “Blue Economy” è il termine più attuale associato all’economia oceanica mondiale. Gunter Pauli, nel 2010, utilizzò questo termine per identificare un’economia che potesse essere caratterizzata da basse emissioni di carbonio. Successivamente, il termine ha trovato ampio spazio di utilizzo per indicare la crescita sostenibile nel settore marino/marittimo ed un tipo di economia legata alle risorse oceaniche.

Si tratta di un’economia complessa che include aspetti fondamentali quali conservazione, uso sostenibile delle risorse, estrazione di petrolio, estrazione ricchezze minerarie, produzione di energia e trasporto marino (Fig. 1).

Figura 1. Elementi caratterizzanti la Blue Economy (Fonte McKinley et al., 2018 e rielaborazione/traduzione a cura dell'autore)

L’insieme delle varie componenti è armonizzato attraverso un costante monitoraggio dell'ecosistema marino ed una corretta gestione delle attività all'interno delle acque marine (McKinley et al., 2018).

Ecosistemi oceanici: una preziosa risorsa!

Gli ecosistemi oceanici racchiudono un'immensa biodiversità e sono fondamentali per la sopravvivenza dell'intera popolazione mondiale. Inoltre, per via delle loro caratteristiche chimiche e dei fenomeni di movimento delle acque, partecipano attivamente all'equilibrio di tutti gli ecosistemi rendendo il nostro pianeta un luogo vivibile.

In termini numerici è possibile dire che gli oceani liberano la gran parte dell’ossigeno presente in atmosfera (NOAA, 2014); contengono l’80% degli organismi attualmente conosciuti; consentono la quasi totalità degli scambi internazionali di merci nonchè il sostentamento di tre miliardi di persone; assorbono il 90% del calore intrappolato nell’atmosfera; rappresentano la fonte primaria di proteine per 3,5 miliardi di persone e contribuiscono economicamente, ad un introito economico di 100 miliardi annui nell’economia globale (dati FAO).

In termini economici, invece, si puà considerare l'insieme di settori caratterizzanti questa economia: pesca, acquacoltura, biotecnologie, turismo, trasporto ed energia. La presenza di queste componenti determina, inevitabilmente, un valore inestimabile se si considera che all'interno di ciascun settore è previsto l’impiego di personale. Pertanto, si parla di significative opportunità sociali e lavorative.

Come contribuiscono gli oceani all'equilibrio dell'ecosistema globale?

Gli oceani hanno reso possibile la vita sulla terra e di seguito capirai il perchè. In primo luogo è possibile considerare i fenomeni di movimento delle correnti oceaniche in associazione agli eventi di evaporazione dell’acqua. La loro combinazione provoca sia la formazione di piogge sia il movimento di calore dall’Equatore ai due Poli. Complessivamente, in altre parole, gli oceani sono fondamentali per la regolazione delle temperature sulle terre emerse esercitando una notevole stabilizzazione delle stesse oltre ad evitare, contestualmente, l’insorgenza di temperature estreme in alcune zone della Terra.

In secondo luogo, gli oceani riducono la concentrazione di CO2 in ambiente e contribuiscono ad arricchire l'atmosfera di ossigeno grazie alla presenza di organismi fotosintetici quali fitoplancton. Un esempio è Prochlorococcus (Fig.2): grazie a questo organismo e la sua attività di fotosintesi (rilascio di ossigeno) si è sviluppata la gran parte degli organismi che utilizzano ossigeno per sopravvivere ed ora vivono sulle terre emerse (uomo compreso).

Figura 2. Immagine TEM di Prochlorococcus. Prod. da Luke Thompson del Chisholm Lab e Nikki Watson da Whitehead, MIT, 2007

In terza battuta ritroviamo il sequestro di carbonio. Secondo statistiche, infatti, gli oceani sono in grado di sequestrare la maggior parte di carbonio esistente sulla Terra e sono un fondamentale serbatoio di questo elemento. Circa il 25% del carbonio mondiale si trova proprio depositato sul fondale degli oceani sottoforma di praterie, mangrovie e foreste di kelp (Fig. 3).

Figura 3. Esempio di foresta di kelp (Nickayin et al., 2022)

Tuttavia, il futuro degli oceani del mondo è pesantemente influenzato dalle attività umane. L'uomo, con l'insieme delle attività antropiche, crea un forte impatto relativo ad inquinamento, esaurimento delle riserve ittiche e perdita di habitat naturali. A tal proposito, sono state stabilite delle linee guida che prevedono un miglioramento dell'informazione scientifica circa la trasmissione delle corrette metodologie da applicare nel contesto marino al fine di valorizzare e salvaguardare la preziosissima risorsa globale che gli oceani rappresentano (ONU, 2015).

Le zone di pesca FAO

Queste zone nascono con l'obiettivo di regolamentare l'utilizzo delle risorse ittiche ed ottenere, parallelamente, sia la salvaguardia dell'ambiente che una corretta tracciabilità di tutti i prodotti. Il valore economico dei prodotti ittici è notevole quindi è sicuramente possibile comprendere quanto sia necessario evitare fenomeni relativi alle frodi alimentari mediante la vendita di prodotti che, diversamente da quanto viene riportato in etichetta, provengono da luoghi d'origine diversi da quelli dichiarati.

Ai fini statistici, la FAO ha istituito diverse aree marine (Fig. 4) in cui è possibile praticare lo sfruttamento delle risorse ittiche. Tali zone sono identificate da un numero e talvolta suddivise in sottoaree e divisioni.

Figure 4. Zone di pesca marine ufficiali della FAO (FAO, 2022)

In sintesi, il processo organizzativo di FAO, permette di garantire la salvaguardia della biodiversità agevolando le azioni di di monitoraggio, incrementare la sicurezza dei consumatori ed incentivare l'utilizzo di sistemi di tracciamento.

Il valore della Blue Economy nell'economia mondiale

Secondo analisi WWF, investire negli oceani può essere considerato come un buon affare: si parla della settima economia più grande al mondo con un valore economico che ruota attorno i 24 mila miliardi di dollari. Ovviamente, la considerazione economica comprende tutte le attività legate all'acqua e non si basa solo su forme di utilizzo più tradizionali (pesca e acquacoltura).

Tra tutti i settori presenti nel grande mondo della Blue Economy, il sottosettore  dell’acquacoltura presenta un tasso di crescita particolarmente veloce. Infatti, solo nel periodo 1990-2018 la produzione è aumentata del 527%. Nel 2019 vi è stato un output generale di 6,9 mila miliardi di dollari. Per quanto riguarda commercio e trasporti marittimi, il ricavo è di 5,2 mila miliardi di dollari ma le previsioni suggeriscono che entro il 2030 vi sarà un raddoppio di questo valore ed il volume dei porti riuscirà a quadruplicare intorno al 2050 (Credit Suisse). Nel 2021, invece, i diversi settori della Blue Economy hanno contribuito per l’1,5% al PIL dell’Unione Europea (650 miliardi di euro). Inoltre, si parla di oltre 4,5 milioni di posti di lavoro con un valore del 2,3% del totale circa l'occupazione mondiale (European Commission, 2021). Infine, per l’anno 2022, si osservano circa 4 milioni e mezzo di persone occupate ed un ricavo totale di 665 miliardi di euro. L’insieme di questi elementi suggerisce l’idea che la Blue Economy sia caratterizzata da un trend in continua crescita ed è utile a garantire un forte contributo all'economia europea, soprattutto se si considerano le cittò localizzate in prossimità delle costen (European Commission, 2022).

Gennaro Velotto

Fonti

  • Credit Suisse, Comitato intergovernativo per i mutamenti climatici. National Institute of Building Science, WWF
  • FAO, Fishing areas: https://seafoodsourcing.org/fao-fishing-zone/
  • Nickayin, Samaneh & Wilke, Maria & Þrastardóttir, Rúna (2022). State of the art of Nature-based Solutions in Iceland
  • Potts, T. (2016). The blue economy: (R)evolution or treading water? Presented in the session: “A blue revolution?: Harnessing ‘blue economy’ opportunities in the Pacific and East Asia”. In Ocean issues for the Pacific and East Asia conference. November 2016, Australian Nation
  • WWF:https://www.actu-environnement.com/ae/news/rapport-wwf-economie-oceans-stocks-poissons-coraux-changement-climatique-24420.php4
  • European Commission. 2021. The EU Blue Economy Report. Publications Office of the European Union. Luxembourg
  • European Commission. 2022. The EU Blue Economy Report. Publications Office of the European Union. Luxembourg

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